L’impresa familiare

Definizione e caratteristiche

L’impresa familiare si configura come un’attività d’impresa svolta dall’imprenditore, con la partecipazione continuativa dei suoi familiari. Si tratta di un istituto residuale, applicabile solo quando non sia configurabile un diverso rapporto giuridico. Nulla vieta, infatti, che tra l’imprenditore e il familiare si instauri un rapporto di lavoro subordinato, regolato da un contratto, oppure che si costituisca una società, soggetta alla relativa disciplina codicistica.

L’impresa familiare rappresenta una forma specifica di organizzazione imprenditoriale, finalizzata a tutelare i familiari che vi prestano la loro attività lavorativa. Essa evita che il loro contributo sia considerato gratuito e previene situazioni di sfruttamento.

Diritti dei partecipanti

Il legislatore ha disciplinato l’istituto con particolare attenzione alla tutela dei familiari dell’imprenditore, prevedendo che, in proporzione alla qualità e quantità del lavoro prestato, il familiare che partecipa in modo continuativo all’attività d’impresa abbia diritto a:

  • mantenimento, in base alla condizione patrimoniale della famiglia;
  • partecipazione agli utili dell’impresa e ai beni acquistati con essi;
  • partecipazione agli incrementi dell’azienda, compreso l’avviamento;
  • prelazione in caso di divisione ereditaria o alienazione dell’impresa;
  • partecipazione alle decisioni relative all’impiego degli utili, agli investimenti straordinari, agli indirizzi produttivi e alla cessazione dell’impresa. Tuttavia, si ritiene che il loro ruolo sia prevalentemente consultivo, con la decisione finale che spetta all’imprenditore.

Il ruolo del convivente di fatto

Diversa è la posizione del convivente di fatto, disciplinata separatamente dall’art. 230-ter del codice civile. Se il convivente presta la propria opera all’interno dell’impresa del partner, ha diritto a una partecipazione agli utili dell’impresa familiare, ai beni acquistati con essi e agli incrementi dell’azienda, incluso l’avviamento, in misura proporzionale al lavoro svolto. Tuttavia, a differenza dei familiari, non ha alcun diritto di partecipazione alle decisioni amministrative dell’impresa.

Impresa familiare: collettiva o individuale?

Riguardo alla natura giuridica dell’istituto, parte della dottrina ne sostiene il carattere collettivo, ma la giurisprudenza prevalente lo considera un’impresa individuale. Questo si deve al fatto che, pur con la partecipazione lavorativa dei familiari, il rischio d’insolvenza ricade esclusivamente sull’imprenditore, che rimane l’unico soggetto responsabile delle obbligazioni verso i terzi.

L’imprenditore, in quanto titolare dell’impresa, ha il potere di gestione ordinaria e risponde in prima persona di eventuali difficoltà economiche, inclusa la possibilità di fallimento.

 

 

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